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il poeta-imàm toglie il malocchio alla piazza IL MATTINO (domenica 5 gennaio 2003) L’evento è atteso per domani, intorno a mezzogiorno, minuto più, minuto meno. Suo scenario sarà il crocevia di tutte le chiacchiere napoletane, di rinascimenti veri o presunti, di opere d'arte fiammeggianti o «fetecchiose», di «capozzelle» in transito o stanziali, cioè piazzai del Plebiscito. E lì, avanti ai teschi di Rebecca Horn, si svolgerà una singolare cerimonia di cacciata del malocchio. Suo officiante sarà il sulfureo poeta Salvatore Di Natale, bardato in panni di imàm e armato di apposita «buatta» contenente scaramantico incenso. Assumendo per l'occasione l'identità di Gran Balì di una fantomatica Loggia Pigreco e cambiatido il suo nome in Mussasà Abdel Natal, Salvatore Di Natale si aggirerà tutt'intorno all'emiciclo dove sono interrati i teschi dell'artista tedesca su cui ha discettato mezza Napoli. Sarà accompagnato da una mini- poetessa, già sua compagna di performance irriverenti, fado escente Paola Lucrezi, che porterà tra le mani un'edizione delle «Mille e una notte» e una lampada di Aladino. Di Natale è un poeta serio, anzi serissimo: è tra i pochi napoletani ad aver pubblicato da Einaudi (Boittes, nel 1985) e suoi versi sono nelle maggiori antologie e storie letterarie italiane. Ma predilige lo Sberleffo, lo scherzo, le mutate spoglie. Scaramanticamente, Di Natale-Abdel Natal fa sapere che domani non varcherà la linea immaginaria dove si diparte la «semina» delle «capozzelle», ma vi si aggirerà intorno pronunciando in arabo frasi appropriate conce «Barra rauah» («vavattenne») o «Emsci zammàrr» («vatt'a fa" 'nu giro»). E informa che durante la cerimonia caccia-malocchio, saranno distribuiti euro di cioccolata. Non è la prima volta che Salvatore Di Natale - noto ai nostri lettori come Sa-Sade, firma di una sua fortunata rubrica di alcuni anni fa - si esibisce in uno «sfottò» di piazza. Non sarà neanche ultima. Lo scarso anno, vestito da Re Mago, dedicò i suoi versi alla scritta luminosa di Kosuth, quest'anno completerà l'opera il 6 gennaio, con un incontro ancora misterioso. E il 29 (attenti ai numeri: 6, 16, 29) concluderà le celebrazione «dinatar lizia» con una Sagra dello sberleffo a piazza Olivella, dove pianterà un albero nato da un ardito innesto, un Bassulivo. Recitando poesie, epigrammi e sonetti suoi e di altri poeti satirici.
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